Monday, January 16, 2012

THE ITALIAN KID, A.K.A: THE INTERACTIVE KID.

The average American adult is in possession of an essential and revolutionary weapon unknown in Italy.
It is an imaginary shield, but for all intents and purposes very real, that surrounds the individual giving him, or her, instant isolation and protection.
You just need to broach the subject of "personal space"and immediately you activate a barrier that nobody can or will trespass.
One of the first things that children are thought is to believe in the existence of such a barrier and never to cross it.
For the Italian kid "personal space" is not real. It is easier for him to believe in Santa that in the fact that something might come between his body and yours.
The Italian kid and the concept of "personal space" are two opposed and adverse entities: the one will nullify the other. The Italian kid is to "personal space" what kriptonite is to Superman.

Having said that, let me give you an idea of an Italian kid visiting. You never know you might find yourself with one of these around.


The Italian kid does not destroy your house: not even when he plays soccer on roller skates and the goal post is the cabinet with your Swarovski collection.
The Italian kid is therefore magic.
He does not EVER open your refrigerator and never asks for food; he, on the other hand, expects a six course meal three times a day.
He is constantly asking questions, he is extremely curious, he touches you and kisses you at every opportunity (never mind he barely met you).
He wants to know your age, your shoe size and insists in showing you all of his shoes.
He tells you about his classmates: past, present, and future ones; he also tells you about their parents and their cousins.
He always has a word in an adult conversation and his comments are often spot on.
He has political opinions,historical perspective, ethical conscience.
He is very knowledgeable about America. He knows everything about soccer. He knows his timetables.
He is very fond of bracelets.
He is used to grown ups listening to him, explaining him things, talking to him and peeling his fruits for him.
He never gives up and he knows sooner or later you will.
He develops an obsession over one of your daughters and starts making wedding plans even if he is only eight.
Even in this case, you cannot convince him otherwise.

IL BAMBINO ITALIANO, OVVERO : IL BAMBINO INTERATTIVO.

L'adulto medio statunitense possiede uno strumento essenziale e rivoluzionario di cui in Italia non si sa ancora niente. Si tratta di uno scudo immaginario, ma non per questo inesistente, che circonda l'individuo e lo rende isolato e protetto all'istante.
Basta nominare il concetto di "spazio personale" e, immediatamente, si attiva una barriera che nessuno puo' infrangere. All'istante il tuo corpo si si espande di una superficie di circa tre metri in tutte le direzioni e guai a chi la tocca.
Una delle prime cose che viene insegnata ad un bambino e' quindi quella di credere nell'esistenza di questa barriera e a non sorpassarla. Avranno magari solo un anno e non sapranno camminare ma sanno gia' che se si avicinano scatta l'allarme rosso. Corrisponde un po' al nostro "levati dalle balle"; la differenza e' che questo e' molto piu' efficace.

Per il bambino italiano lo "spazio personale" non esiste. E' piu' facile che rinunci di credere a Babbo Natale che al fatto che non ti possa fiatare sul collo quando vuoi leggerti il giornale in pace.
Il bambino italiano e lo "spazio personale" sono quindi due concetti opposti e avversi: l'uno rende inesistente l'altro. Il bambino italiano ha lo stesso effetto sullo"spazio personale" che la kriptonite ha su Superman.

Avendo avuto numerosi bambini italiani ospiti per diversi giorni a casa mia, le cose che ho notato piu' spesso sono queste:

Il bambino italiano non ti distrugge la casa, neanche quando gioca a pallone su pattini a rotelle e usa come porta la mensola dove tieni gli Swarovski. Il bambino italiano e' magico.
Non apre il frigo a suo piacere, non chiede mai da mangiare ma si aspetta una cena di almeno sei portate.
Fa domande in continuazione, e' curiosissimo, ti tocca e ti bacia.
Vuole sapere la tua eta', il tuo numero di scarpe, ti vuole far vedere tutte le sue scarpe.
Ti racconta di tutti i suoi compagni di scuola, presenti passati e futuri; dei loro genitori e dei loro cugini.
Interviene sempre, e molto spesso a proposito, nelle conversazioni degli adulti.
Ha un'opinione politica, una prospettiva storica, una coscienza etica.
Sa tutto dell'America. Sa tutto del calcio. Sa le tabelline.
Adora i braccialetti.
E' abituato ad adulti che lo ascoltino, gli spieghino, gli parlino, gli sbuccino la frutta.
Non si da per vinto.
Ti prende per stanchezza e sa che prima o poi funziona.
Si innamora di una delle tue figlie che, a sua volta, non lo ricambia.
Anche in questo caso non demorde.



Saturday, January 14, 2012

OCEANO MARE

Di genovesi che hanno scoperto l'America ce ne sono stati prima di me.
Se e' vero che Cristoforo Colombo sapeva dove voleva andare, si e' perso ed e' finito in un posto ancora migliore, a me e' successa piu' o meno la stessa cosa.
Mi sono trovata a San Francisco senza passare dal via.
Sinceramente non ero preparata.

Tanto per cominciare il mare qui e' freddo; a noi liguri il mare piace quando e' un brodo.
Ci sentiamo a nostro agio solo se ci sembra di nuotare nella zuppa di pesce e mancano solo i crostini.
Nelle nostre spiaggie, prima di luglio, solo tedeschi o inglesi.
Quando da bambini vedevamo i turisti fare il bagno alla fine di maggio eravamo sicuri che sarebbero morti in giornata di polmonite.

Immaginate quindi il mio primo incontro con l'oceano Pacifico.
Del Pacifico non si vede il fondo, non e' mai calmo e, ogni tanto, tra le onde, spuntano una foca o una balena.
Solamente sul bagnasciuga si corrono piu' rischi che in trincea.

La vita di spiaggia e' animata da eroi del surf, da labrador al galoppo e da cavalli al guinzaglio.

La sabbia e' il terreno ufficiale di tutti gli sport: dal giavellotto alla box tailandese, dal kung fu alla ginnastica ritmica. Sul lungomare non si trovano le botteghe con ciabattine e souvenirs ma un vero e proprio villaggio olimpico.
La mamma della mia amica di Roma, quando e' in visita alla figlia, si alza alla mattina alle sei e va in spiaggia a praticare il Tai Chi con un gruppo di Coreani. Ai Parioli, nel suo condominio, non fa neanche le scale.

Con l'oceano testimone si rompe ogni barriera, si accettano nuove sfide e si mettono in gioco le regole.
In riva al Mediterraneo tuttalpiu' si legge, si ci assopisce, si sogna: l'unico sport estremo e' la briscola.
Il Mediterraneo ti culla, ti seda: e' un cucciolo che non abbaia e non morde.
Il Pacifico e' un gigante assopito, lo senti russare e ti auguri che non si svegli.

Eppure nei dieci anni che sono stata qua il bagno io l'ho fatto.
Una volta.
Fuori e dentro: "Tocciata e fuga".